Nei pazienti con fibrillazione atriale, Apixaban è associato a un minor rischio di ictus rispetto all'Aspirina


Il trattamento antitrombotico con Apixaban ( Eliquis ) somministrato a una popolazione di pazienti in fibrillazione atriale per prevenire il verificarsi di ictus ischemici ha dimostrato di essere più efficace rispetto alla somministrazione di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ).

I dati derivano da una analisi secondaria dello studio AVERROES, che ha mostrato l'efficacia di Apixaban nella prevenzione di ictus in pazienti in fibrillazione atriale.

L'obiettivo di questa analisi secondaia era di valutare se ci fossero differenze nel rischio di ictus o di emorragie stratificando i pazienti a seconda del valore degli score CHADS(2)/CHA(2)DS(2)-VASc.

Dall'analisi dei dati non è emersa una differenza significativa nel rischio di ictus e nell'efficacia della terapia con Apixaban stratificando i pazienti per il rischio di ictus.

L'effetto protettivo di Apixaban era mantenuto in proporzione uguale indipendentemente dal rischio di base, e quindi il vantaggio assoluto è risultato maggiore nei pazienti a rischio basale maggiore.

Non è stata riscontrata una variazione significativa nel rischio emorragico con l'utilizzo dei due farmaci nelle diverse classi di rischio.

In una analisi multivariata i predittori di ictus nei pazienti trattati con Aspirina sono risultati essere l'eta superiore ai 75 anni, un precedente ictus o TIA ( attacco ischemico transitorio ), una velocità di filtrazione glomerulare ( GFR ) inferiore a 60 mL/min, e una fibrillazione atriale non-parossistica.

La percentuale dei pazienti, classificati a basso, medio e alto rischio con gli score CHADS(2) e CHA(2)DS(2)-VASc, è stata rispettivamente pari a 0.3%/71.7%/28.1% e inferiore a 0.1%/10.5%/89.5%.

La terapia con Apixaban ha già dimostrato di essere efficace nella prevenzione dell'ictus ischemico nello studio AVERROES, con una efficacia maggiore rispetto all'Aspirina.

Dal nuovo studio è emerso un vantaggio in termini di prevenzione degli eventi ischemici che rimane proporzionalmente uguale indipendentemente dal rischio basale del paziente, ma che in termini assoluti è tanto maggiore quanto più alto è il rischio di base. Relativamente stabile rimane il rischio emorragico. ( Xagena_2013 )

Fonte: Circulation Arrhythmia and Electrophysiology, 2013

Xagena_Medicina_2013