Fibrillazione atriale non-valvolare: dosi ridotte di Edoxaban nei pazienti a rischio emorragico non riducono la protezione dall'ictus


Una analisi per sottogruppi dello studio di fase 3 ENGAGE AF-TIMI 48 ha esaminato il rapporto tra dose di Edoxaban ( Lixiana ) e la concentrazione e attività del fattore Xa nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare ( NVAF ).
Inoltre, sono stati confrontati i tassi di sanguinamento maggiore e gli esiti di efficacia ( ictus ed eventi embolici sistemici; SEE ) di Edoxaban rispetto a Warfarin, stratificati per stato di riduzione della dose.

Lo studio ENGAGE AF-TIMI 48 ha messo a confronto due strategie di trattamento basate su Edoxaban una volta al giorno, un regime ad alto dosaggio ( 60 mg o una dose ridotta da 30 mg ) e un regime a basso dosaggio ( 30 mg o una dose ridotta da 15 mg ) con la terapia con Warfarin per una mediana di 2.8 anni.
Edoxaban aveva raggiunto l’endpoint primario di non-inferiorità nei confronti del Warfarin nella prevenzione di ictus o eventi embolici sistemici nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare.

Nello studio ENGAGE AF-TIMI 48, sul totale dei pazienti assegnati casualmente a Edoxaban, il 25.4% aveva ricevuto una dose ridotta in base a fattori clinici prespecificati noti per incrementare potenzialmente il rischio di sanguinamento a causa di una maggiore esposizione al farmaco ( clearance della creatinina pari a 30-50 mL/min, peso corporeo pari o inferiore a 60 kg o uso concomitante di specifici inibitori della glicoproteina-P [ Verapamil, Chinidina ] ).

Indipendentemente dal trattamento ricevuto, Edoxaban o Warfarin, i pazienti che soddisfacevano i criteri clinici prespecificati per la riduzione della dose hanno presentato tassi maggiori di ictus o eventi embolici sistemici e sanguinamenti maggiori.

Tra i pazienti che sono risultati eligibili per l’inclusione in questa analisi per sottogruppi, è stata misurata la concentrazione di Edoxaban in 6.780 pazienti e l’attività del fattore Xa in 2.865 soggetti.
A un range quadruplo di dose di Edoxaban ( da 15 mg a 60 mg ) si è associato un gradiente di concentrazione minima media di Edoxaban di 3 volte e un gradiente di attività media anti-fattore Xa di 2.4 volte.

La riduzione di dose di Edoxaban del 50% nei pazienti selezionati con fibrillazione atriale non-valvolare ha portato a una diminuzione nella concentrazione minima media di Edoxaban del 29% e del 35% e una diminuzione dell’attività media anti-fattore Xa del 25% e del 20% rispettivamente nei regimi ad alto e basso dosaggio.

Dall’analisi prespecificata è emerso che nel regime ad alte dosi di Edoxaban, rispetto al trattamento con Warfarin, il rischio relativo di riduzione di ictus o eventi embolici sistemici osservato nei pazienti che erano in terapia con 60 mg di Edoxaban ( hazard ratio, HR=0.78 ) era analogo con quanto visto nei pazienti che ricevevano una dose ridotta da 30 mg ( HR=0.81 ).
Inoltre, è stata osservata un’incidenza numericamente inferiore di sanguinamento maggiore nei pazienti del gruppo Edoxaban 60 mg a confronto di quelli trattati con Warfarin ( HR=0.88 ) così come nei pazienti in terapia con dose ridotta di Edoxaban da 30 mg sempre rispetto a Warfarin ( HR=0.63 ), con una riduzione relativamente maggiore riscontrata nel braccio con dose ridotta a 30 mg.

Nel regime con Edoxaban a basso dosaggio, rispetto a Warfarin, il rischio relativo di ictus o eventi embolici sistemici osservato nei pazienti in trattamento con 30 mg ( HR=1.07 ) è risultato analogo a quello visto nei pazienti trattati con dose ridotta da 15 mg ( HR=1.07 ).
E' stata osservata una incidenza inferiore di sanguinamenti maggiori nei pazienti che ricevevano Edoxaban 30 mg rispetto a Warfarin ( HR=0.55 ) così come nei soggetti che ricevevano una dose ridotta di Edoxaban da 15 mg ( HR=0.31 ), con una riduzione relativamente maggiore riscontrata nel braccio con dose ridotta a 15 mg. ( Xagena_2014 )

Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) Meeting, 2014

Xagena_Medicina_2014